Storia del jeans. Dalle origini ai leggendari Blue-Jeans.
Supervisione scietifica: Marzia Cataldi Gallo, 2021 – Copyright registrato
Bibliografia di riferimento: Marzia Cataldi Gallo, Jeans prima dei blue-jeans, Genova, Geko Edizioni, 2021.
Tesi di laurea, Blue-Jeans. Una mostra a Genova, tesi di Clelia Firpo, relatori V.Scelsi, M.Bruzzone, Università di Genova, anno 2014.

I più antichi e illustri antenati dei Jeans sono i Teli della Passione. Una serie unica al mondo di 14 teli di lino cotone tinti di blu indaco a biacca, raffiguranti le Storie della Passione di Cristo. Il primo ciclo, datato tra il 1538 e il 1540, è opera di Teramo Piaggio.

L’inventario di un commerciante di Richmond riporta la dicitura “Whitt jeanes” (arcaismo per Jeans bianchi), per definire un fustagno bianco di produzione genovese.

Alcune statuette di presepe tardo-settecentesco, di pregevole fattura, conservate al Museo Civico Luxoro rappresentano persone e documentano come il Jeans sia comunemente usato, a Genova, per confezionare abiti da lavoro e da festa.

Alessio Pittaluga, artista attivo all’inizio dell’Ottocento, disegna un ciclo di acquerelli dedicati ai costumi popolari liguri. Con questa raccolta fornisce una preziosa testimonianza sull’uso del jeans nella tradizione dell’abbigliamento popolare tra ‘700 e ‘800.

Il condottiero e patriota Giuseppe Garibaldi, nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1860 parte da Genova Quarto per Marsala alla testa della Spedizione dei Mille, indossando pantaloni di fustagno blu. I pantaloni indossati da Garibaldi nell’impresa potrebbero essere i jeans più antichi del mondo.

La leggenda dei Blue-Jeans coincide convenzionalmente con la licenza n. 139.121 che il governo degli Stati Uniti concede a Davis e Levi Strauss. Si tratta del brevetto della rivettatura in rame, concepita come rinforzo per irrobustire le tasche dei pantaloni che Levi Strauss confezionava in tessuto Jeans per i cercatori d’oro nella California dei pionieri.

La Grande Depressione del 1929 offre un’occasione eccezionale per il successo dei jeans. La mancanza di disponibilità economica, che fa aumentare i prezzi dei tessuti, riporta l’attenzione sul tessuto più accessibile tra tutti. In questi anni si afferma il mito dei cowboy, icone del jeans e simbolo della riconquista del selvaggio West.

Per la prima volta, Levi’s pubblicizza sulla rivista Vogue un paio di Blue-Jeans da cowboy con taglio femminile.

Luigi Candiani fonda l’omonima azienda milanese, che produce tessuti e si è specializzata nel jeans nel dopoguerra. Oggi, alla quarta generazione, Candiani produce un jeans di alta qualità seguendo i più innovativi criteri di sostenibilità ed è stata la prima azienda a introdurre lo stretch.

L’illustratore americano Norman Rockell ritrae la modella Mary Doyle Keefe come Rosie la Rivettatrice. È il simbolo della donna che lavora in fabbrica per sostituire gli uomini partiti per il fronte nella Seconda Guerra Mondiale.

Elio Fiorucci, giovane stilista italiano arrivato a Londra nel 1965, apre due anni dopo a Milano il primo negozio in Galleria Passerella disegnato da Amalia Del Ponte sul modello della Carnaby Street londinese.

I Rolling Stones registrano Sticky Fingers. L’allusiva copertina disegnata da Andy Wharol rappresenta l’allacciatura di un paio di Blue-Jeans con una vera e propria zip e rende il disco un’opera d’arte vera e propria.

Renzo Rosso e Adriano Goldschmied fondano l’azienda Diesel a Molvena, in provincia di Vicenza. Nel 1991 l’azienda lancia la prima campagna di comunicazione sul tema: For Successful Living. È l’inizio del successo internazionale.

Fabrizio De Andrè, cantautore genovese legato indissolubilmente alla città dei caruggi e a via del Campo, incide il singolo “Una storia sbagliata” dedicato all’omicidio di Pier Paolo Pasolini. La copertina dell’album riporta una giacca in Blue-Jeans.

Dal 2 al 6 settembre 2021 l’edizione 0 di GenovaJeans, il grande evento annuale con un ricco calendario di mostre, musei, conferenze, incontri, intrattenimento e spettacoli.
5/6/7/8 ottobre 2023